«Nonostante la
direttiva 82/76/CEE abbia stabilito che l’attività di formazione svolta dai
medici presso le scuole di specializzazione debba essere adeguatamente
remunerata, lo Stato italiano ha recepito solo parzialmente questa normativa riconoscendo una borsa di studio esclusivamente ai medici iscritti alle scuole di specializzazione a
partire dall’anno accademico 1991/92. Sono rimasti ingiustamente esclusi i medici
ammessi alle scuole di specializzazione tra l’anno accademico 83/84 e l’anno
accademico 90/91. E’ inammissibile questa discriminazione.
Anche a coloro che in quegli anni hanno dato un contributo decisivo al funzionamento del servizio sanitario nazionale, va garantita la giusta remunerazione. A causa di questa parziale attuazione della normativa europea, molti medici che si sono visti negare il diritto alla remunerazione hanno presentato ricorso davanti al Tar Lazio ed è nato un forte contenzioso. Ho chiesto al Governo di estendere il provvedimento anche ai medici finora rimasti esclusi, per ovvie ragioni di parità di trattamento, a cui si è aggiunta l’esigenza di evitare che il Tribunale di Roma, già notoriamente ingolfato, venga sommerso da ulteriori cause legali».
Anche a coloro che in quegli anni hanno dato un contributo decisivo al funzionamento del servizio sanitario nazionale, va garantita la giusta remunerazione. A causa di questa parziale attuazione della normativa europea, molti medici che si sono visti negare il diritto alla remunerazione hanno presentato ricorso davanti al Tar Lazio ed è nato un forte contenzioso. Ho chiesto al Governo di estendere il provvedimento anche ai medici finora rimasti esclusi, per ovvie ragioni di parità di trattamento, a cui si è aggiunta l’esigenza di evitare che il Tribunale di Roma, già notoriamente ingolfato, venga sommerso da ulteriori cause legali».
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