mercoledì 3 settembre 2014

Caso Electrolux e i FALSI meriti che Renzi attribuisce al decreto Poletti

Per l'ennesima volta, si vuole far credere che la risoluzione della vicenda Electrolux sia un successo dell’esecutivo, nello specifico, ottenuto con il dl n. 34/2014 del Ministro Giuliano Poletti. Ciò è falso. Il decreto in questione è totalmente inefficace e rappresenta la prima parte del tanto decantato Jobs Act, di cui non si vedono né risultati né si accenna il prosieguo del percorso con ulteriori provvedimenti per risollevare il mercato del lavoro. Il caso Electrolux è molto più complicato di come Matteo Renzi lo dipinge e liquida in poche righe sul sito www.passodopopasso.italia.it
In questa vicenda, alla politica si sono sostituiti i lavoratori che, insieme ai sindacati, si sono barricati all'ingresso delle sedi della fabbrica - come a Porcia (Pn) - sollevando mediaticamente il caso di una azienda che dopo aver ricevuto per anni contributi pubblici affinché il lavoro restasse in Italia, si proponeva l’obiettivo di delocalizzare la produzione in Polonia per poi, in extrema ratio, imporre le misere paghe polacche agli operai italiani.
Quindi, è solo grazie ai presidi dei lavoratori, che per mesi hanno manifestato fuori dagli stabilimenti, che attorno a questa vicenda si è creato un forte eco che ha messo in luce la questione, determinando il blocco del percorso di delocalizzazione.
Il caso è stato in parte risolto, anche e soprattutto in vista del voto elettorale del 25 maggio, attraverso un tavolo di concertazione che ormai si era fatto rovente. Tuttavia, il piano industriale proposto presso il Ministero dello sviluppo garantisce il non licenziamento degli operai solo fino al 2017.
Su questa vicenda era intervenuta la presidente Serracchiani offrendo, con scarsi risultati, ad Electrolux, incentivi atti ad abbassare il costo del lavoro e dell'energia, anche usufruendo del provvedimento "FVG Rilanciaimpresa"; atto che dovrebbe contrastare le difficoltà delle imprese del Fvg con soli 98,00 Ml di euro.
Il primo ministro Renzi non cita neppure il suddetto intervento della presidente di Regione nel caso Electrolux, limitandosi ad attribuire  il merito del concluso accordo all'assurdo decreto Poletti che propone continui rinnovi di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, incentivando così la precarietà.
Uno schiaffo alla Presidente Serracchiani, ma soprattutto uno schiaffo ai lavoratori che, di lavoro precario, non ne vogliono, giustamente, sentire parlare.
Non a caso, la scadenza del piano industriale Electrolux è stata prevista per il 2017, tempo in cui il Primo Ministro probabilmente avrà già lasciato il proprio incarico, potendo quindi tranquillamente  non curarsi della verifica dei risultati dell’accordo. 
Il lavoro si crea e si mantiene tagliando una pressione fiscale che per alcune aziende arriva al 65%, sburocratizzando i processi lavorativi e le stesse assunzioni, seguendo e rispettando la direttiva 99/70 sui contratti di lavoro, abolendo tasse inique quali l’Irap e soprattutto abrogando immediatamente l’ingiusta Manovra Fornero, che adesso, i deputati del Pd dicono di voler eliminare, dimenticando che loro stessi l’hanno votata a maggioranza nel 2012. Avete creato un problema con la riforma Fornero? Risolvetelo subito. Bastano poche ore e le coperture già ci sono. Questa riforma ha portato risparmi (con sangue e lacrime) di almeno 60 Miliardi di euro. La questione si poteva risolvere in base alle coperture previste dalla Pdl 224 (coperture forniteci da Inps e Ragioneria di Stato) e che prevedevano la chiusura del problema “esodati”. Ma anche 47 miliardi sono sufficienti. Tra l’altro: 60 – 47 = 13 miliardi di disavanzo da mettere, ad esempio, sul Reddito Minimo Garantito. Matteo Renzi, ci stai?
Caro Giuliano Poletti,
con il tuo decreto non hai apportato alcun miglioramento al mercato del lavoro; i risultati non si vedono come non si sono visti quelli del precedente provvedimento dell’ex Ministro Giovannini (previsti 200.000 nuovi posti di lavoro, arrivate meno di 20.000 domande). Anzi, il mercato del lavoro lo hai danneggiato promuovendo la precarietà e ti spiego semplicemente il perché: come farà un lavoratore incastrato in continui e non sicuri rinnovi a farsi una famiglia, ad accendere un mutuo per l'acquisto di una casa o per ristrutturare la propria? Come potrà decidere di mettere al mondo un figlio, se in prospettiva non ha la sicurezza di avere un lavoro stabile per almeno 10/12 anni? Come potrà usufruire degli 80,00 euro se un lavoro stabile non ce l’ha? Inoltre, questo decreto non riconosce alcun incentivo a chi assume. Quindi, gli imprenditori non assumeranno perché l’impresa non vede futuro certo innanzi a sé.
Caro Matteo Renzi,
invece di continuare a raccontare balle confidando sul fatto che la gente ti creda, inizia a parlare di come concretamente vuoi rimediare al 43% di disoccupazione giovanile e il 13,7% (dato record) della disoccupazione globale in Italia.
Il M5S ha depositato, ad esempio, una proposta di legge sulla riforma dei centri per l'impiego, potrebbe essere una buona cosa iniziare quanto meno a leggerla. Ti faccio presente, inoltre, che abbiamo presentato innumerevoli emendamenti e proposte sulla abolizione di una tassa ingiusta quale l'Irap e siamo stati tra i pochi a votare contro l’aumento dell’Iva.
Le nostre proposte sulla riforma del mercato del lavoro ci sono e sono concrete, ma la maggioranza, ahimè, l'avete voi #perora…


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