
In questa
vicenda, alla politica si sono sostituiti i lavoratori che, insieme ai
sindacati, si sono barricati all'ingresso delle sedi della fabbrica - come a
Porcia (Pn) - sollevando mediaticamente il caso di una azienda che dopo aver
ricevuto per anni contributi pubblici affinché il lavoro restasse in Italia, si
proponeva l’obiettivo di delocalizzare la produzione in Polonia per poi, in extrema ratio, imporre le misere paghe
polacche agli operai italiani.
Quindi, è solo
grazie ai presidi dei lavoratori, che per mesi hanno manifestato fuori dagli
stabilimenti, che attorno a questa vicenda si è creato un forte eco che ha
messo in luce la questione, determinando il blocco del percorso di
delocalizzazione.
Il caso è stato in parte risolto, anche e soprattutto in
vista del voto elettorale del 25 maggio, attraverso un tavolo di concertazione
che ormai si era fatto rovente. Tuttavia, il piano industriale proposto presso il
Ministero dello sviluppo garantisce il non licenziamento degli operai solo fino
al 2017.
Su questa
vicenda era intervenuta la presidente Serracchiani offrendo, con scarsi
risultati, ad Electrolux, incentivi atti ad abbassare il costo del lavoro e
dell'energia, anche usufruendo del provvedimento "FVG Rilanciaimpresa"; atto che dovrebbe contrastare le difficoltà delle
imprese del Fvg con soli 98,00 Ml di euro.
Il primo ministro
Renzi non cita neppure il suddetto intervento della presidente di Regione nel
caso Electrolux, limitandosi ad attribuire
il merito del concluso accordo all'assurdo decreto Poletti che
propone continui rinnovi di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato,
incentivando così la precarietà.
Uno schiaffo alla Presidente Serracchiani, ma
soprattutto uno schiaffo ai lavoratori che, di lavoro precario, non ne vogliono,
giustamente, sentire parlare.
Non a caso,
la scadenza del piano industriale Electrolux è stata prevista per il 2017, tempo
in cui il Primo Ministro probabilmente avrà già lasciato il proprio incarico,
potendo quindi tranquillamente non
curarsi della verifica dei risultati dell’accordo.
Il lavoro si
crea e si mantiene tagliando una pressione fiscale che per alcune aziende
arriva al 65%, sburocratizzando i processi lavorativi e le stesse assunzioni,
seguendo e rispettando la direttiva 99/70 sui contratti di lavoro, abolendo
tasse inique quali l’Irap e soprattutto abrogando immediatamente l’ingiusta
Manovra Fornero, che adesso, i deputati del Pd dicono di voler eliminare,
dimenticando che loro stessi l’hanno votata a maggioranza nel 2012. Avete
creato un problema con la riforma Fornero? Risolvetelo subito. Bastano poche
ore e le coperture già ci sono. Questa riforma ha portato risparmi (con sangue
e lacrime) di almeno 60 Miliardi di euro. La questione si poteva risolvere in
base alle coperture previste dalla Pdl 224 (coperture forniteci da Inps e
Ragioneria di Stato) e che prevedevano la chiusura del problema “esodati”. Ma
anche 47 miliardi sono sufficienti. Tra l’altro: 60 – 47 = 13 miliardi di
disavanzo da mettere, ad esempio, sul Reddito Minimo Garantito. Matteo Renzi, ci
stai?
Caro
Giuliano Poletti,
con il tuo decreto non hai apportato alcun miglioramento al
mercato del lavoro; i risultati non si vedono come non si sono visti quelli del
precedente provvedimento dell’ex Ministro Giovannini (previsti 200.000 nuovi
posti di lavoro, arrivate meno di 20.000 domande). Anzi, il mercato del lavoro lo
hai danneggiato promuovendo la precarietà e ti spiego semplicemente il perché:
come farà un lavoratore incastrato in continui e non sicuri rinnovi a farsi una
famiglia, ad accendere un mutuo per l'acquisto di una casa o per ristrutturare
la propria? Come potrà decidere di mettere al mondo un figlio, se in
prospettiva non ha la sicurezza di avere un lavoro stabile per almeno 10/12
anni? Come potrà usufruire degli 80,00 euro se un lavoro stabile non ce l’ha? Inoltre,
questo decreto non riconosce alcun incentivo a chi assume. Quindi, gli
imprenditori non assumeranno perché l’impresa non vede futuro certo innanzi a
sé.
Caro Matteo Renzi,
invece di continuare a raccontare balle confidando sul fatto che la gente ti
creda, inizia a parlare di come concretamente vuoi rimediare al 43% di disoccupazione
giovanile e il 13,7% (dato record) della disoccupazione globale in Italia.
Il M5S ha
depositato, ad esempio, una proposta di legge sulla riforma dei centri per
l'impiego, potrebbe essere una buona cosa iniziare quanto meno a leggerla. Ti
faccio presente, inoltre, che abbiamo presentato innumerevoli emendamenti e
proposte sulla abolizione di una tassa ingiusta quale l'Irap e siamo stati tra
i pochi a votare contro l’aumento dell’Iva.
Le nostre
proposte sulla riforma del mercato del lavoro ci sono e sono concrete, ma la
maggioranza, ahimè, l'avete voi #perora…
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