giovedì 23 gennaio 2014

Crediti maturati dalle imprese italiane in Libia, mozione del MoVimento 5 Stelle.

 «Una trattativa dura ed efficace e un fondo patrimoniale per risolvere la questione». 

«Sono tante le piccole e medie imprese italiane che ancora oggi versano in una situazione di gravissimo disagio finanziario a causa del mancato pagamento di crediti maturati, a vario titolo, in Libia per forniture di beni e servizi effettuate nei confronti di amministrazioni ed enti libici. Il governo Letta deve adottare immediatamente i provvedimenti necessari per ottenere la liquidazione dei crediti maturati da queste aziende». La richiesta è contenuta in una mozione firmata dai deputati del MoVimento 5 Stelle Walter Rizzetto e Aris Prodani.


«Bisogna costituire un tavolo di concertazione tra il ministro dello Sviluppo economico, il ministro degli Affari esteri e il Ministro dell’Economia e Finanze, nonché i competenti enti di rappresentanza, quali Camera di commercio italo-libica, Confindustria e Assafrica, al fine di raggiungere un’intesa per la risoluzione di questo contenzioso e per l’immediata istituzione di un fondo patrimoniale destinato a liquidare i crediti maturati dalle imprese italiane in Libia - aggiunge Rizzetto -. L’esecutivo nazionale deve inoltre assumere, urgentemente, idonee iniziative normative al fine di disporre la sospensione delle imposte prevedendo la posticipazione delle scadenze ad una data successiva alla liquidazione dei crediti maturati nel paese nordafricano».

«Attualmente sono circa sessanta le imprese che non hanno ancora ottenuto la liquidazione dei crediti sorti nel periodo precedente all’embargo del 1992, per un importo complessivo di circa 350 milioni di euro - spiega Prodani -. La recente crisi politico-istituzionale libica del febbraio 2011 ha interrotto le trattative per il recupero dei crediti precedenti al 1992, ma ha anche determinato il blocco dei pagamenti di un secondo flusso di crediti, mettendo in grave difficoltà circa 132 imprese italiane che hanno operato per amministrazioni ed enti libici».

«Nel tempo si sono susseguite numerose azioni parlamentari per indurre il Governo ad adottare concreti provvedimenti per una definitiva risoluzione della questione, ma, ad oggi, le imprese risultano di fatto “abbandonate” e molte di queste non hanno ancora ottenuto la certificazione dei legittimi crediti maturati e la sospensione delle imposte come previsto dalla legge - ricorda Rizzetto -. Intanto molte di queste aziende sono fallite. Non c’è più tempo da perdere - conclude -. Il governo Letta deve procedere alla certificazione dei crediti non ancora vidimati e promuovere una trattativa dura ed efficace con le competenti autorità libiche, per indurle a saldare i debiti pregressi».

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