venerdì 20 giugno 2014

Italia libera di non coltivare OGM dopo l’accordo dei ministri dell'ambiente dell'Unione Europea


«Sono da sempre contrario al transgenico in quanto pone seri problemi di sicurezza alimentare e ambientale. Gli Ogm, inoltre, non rappresentano di certo un’opportunità per l’economia e la crescita del nostro Paese, anzi minacciano la competitività distintiva del nostri prodotti agroalimentari e quindi del marchio “Made in Italy”. Le nostre materie prime e prodotti sono caratterizzati da una qualità e metodi di produzione che gli riconoscono un alto valore aggiunto, che si contrappone del tutto al percorso di omologazione dei prodotti alimentari proposto dal biotech.
Quindi, dopo anni di acceso dibattito sugli Ogm in ambito scientifico e socio-economico, sono ben soddisfatto del recente accordo politico dei ministri dell'ambiente dell'Ue che lascia scegliere agli Stati membri di coltivare o di vietare  gli Ogm sul loro territorio. L’Italia sarà così libera di non coltivare Ogm, come ha fatto fino ad ora e come chiedono più del 76% degli italiani che si oppongono drasticamente al biotech nei campi. La procedura che consentirà ad uno Stato di adottare definitivamente il divieto di coltivazione di Ogm sarà formalizzata da un punto di vista legislativo proprio nel semestre di presidenza italiana dell’Ue. Trovo sia stato raggiunto un importante traguardo che accontenta non solo l’Italia, ma tanti altri Paesi dell’Unione contrari al transgenico. Nell’Unione Europea, infatti,  nonostante le pressioni delle multinazionali che producono Ogm,  nel 2013 sono rimasti solo 5, su 28, i Paesi a coltivarli, con appena 148mila ettari di mais transgenico Mon810 piantati nel 2013, la quasi totalità è in Spagna. Finalmente il divieto di coltivazione, da misura provvisoria e legata al principio di precauzione per motivi ambientali e sanitari, diventa una decisione definitiva che può adottare ogni singolo Paese, in base al modello di sviluppo che intende perseguire».

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