«Non è passato neanche un mese dallo scandalo dell’Expo
ed ecco l'inchiesta sugli appalti del
Mose, il sistema di dighe mobili per la salvaguardia di Venezia. Purtroppo,
nulla di nuovo: corruzione, finanziamenti illeciti e frode fiscale i reati contestati. Trentacinque arresti e ai
domiciliari anche il sindaco di Venezia. La corruzione va combattuta con incisive
azioni di trasparenza e prevenzione da adottare in tempi rapidi, poiché è
assurdo che in Italia siamo talmente abituati a questi scandali che quasi non
fanno più notizia. Ormai è chiaro che dietro la progettazione delle grandi
opere ci sono sempre affari illeciti.
Addirittura molto spesso si tratta di opere inutili pianificate proprio perché fonti di mazzette ed appalti da pilotare. Quindi, un maggiore controllo deve essere attuato anche sul merito dei progetti in cui investire, puntando su quelli concretamente utili per il territorio e che creano posti di lavoro. Rispetto a queste inchieste, sarebbe doveroso dare notizia ai cittadini di se e come vengono recuperati tutti i milioni ottenuti illecitamente dai politici e gli imprenditori coinvolti. Si sanno i loro nomi e quanto hanno intascato, ma nulla si dice rispetto a dove va a finire il “mal tolto”».
Addirittura molto spesso si tratta di opere inutili pianificate proprio perché fonti di mazzette ed appalti da pilotare. Quindi, un maggiore controllo deve essere attuato anche sul merito dei progetti in cui investire, puntando su quelli concretamente utili per il territorio e che creano posti di lavoro. Rispetto a queste inchieste, sarebbe doveroso dare notizia ai cittadini di se e come vengono recuperati tutti i milioni ottenuti illecitamente dai politici e gli imprenditori coinvolti. Si sanno i loro nomi e quanto hanno intascato, ma nulla si dice rispetto a dove va a finire il “mal tolto”».
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