<<Ho presentato un’interrogazione per tutelare i
lavoratori a rischio che operano negli studi cinematografici di Cinecittà, nonché tutto l’indotto
complessivo degli addetti, delle professioni e delle aziende che operano in
Italia nella produzione cinematografica. Parliamo di circa 8000 risorse
direttamente impegnate nel settore dello spettacolo e del cinema, 12.000
aziende che lavorano nel settore della produzione di contenuti, 250.000 persone
impegnate nella filiera produttiva e nelle tecnologie collegate.
Gli azionisti (Abete, Della Valle e De Laurentis) che hanno la concessione dal Ministero dei beni culturali per rilanciare Cinecittà, non investono i 7 milioni promessi, inoltre, sono morosi nel pagamento dell’affitto delle strutture (2 milioni di euro) e sfruttano il marchio di Cinecittà per altre attività commerciali che non hanno nulla a che vedere con la cinematografia. A quanto sembra, questa è un’altra di quelle indegne storie dove una cordata di imprenditori nel privilegiare le proprie attività speculative mette a rischio migliaia di posti di lavoro, professionalità specifiche della cinematografia che difficilmente potrebbero essere ricollocate. Ho richiesto quindi l'adozione di azioni per salvaguardare tali lavoratori, anche per tutelare e ridare prestigio al settore cinematografico italiano da sempre fiore all’occhiello del nostro Paese>>.
Gli azionisti (Abete, Della Valle e De Laurentis) che hanno la concessione dal Ministero dei beni culturali per rilanciare Cinecittà, non investono i 7 milioni promessi, inoltre, sono morosi nel pagamento dell’affitto delle strutture (2 milioni di euro) e sfruttano il marchio di Cinecittà per altre attività commerciali che non hanno nulla a che vedere con la cinematografia. A quanto sembra, questa è un’altra di quelle indegne storie dove una cordata di imprenditori nel privilegiare le proprie attività speculative mette a rischio migliaia di posti di lavoro, professionalità specifiche della cinematografia che difficilmente potrebbero essere ricollocate. Ho richiesto quindi l'adozione di azioni per salvaguardare tali lavoratori, anche per tutelare e ridare prestigio al settore cinematografico italiano da sempre fiore all’occhiello del nostro Paese>>.
E' la giornata giusta per provare a sollevare un problema così. Non so se è ancora un fiore all'occhiello, di certo qualcosa vale se si ottengono certi risultati.
RispondiEliminaMa certo molte cose vanno riviste, tra le quali le commissioni che assegnano i finanziamenti, le produzioni RAI che non finiscono neppure nei cinema, gli "investitori" che non investono.