sabato 15 marzo 2014

Patrimonio boschivo del Friuli: "Il prelievo di legno deve risponedere alle esigenze delle imprese con interventi rispettosi dell'ambiente"


«Bisogna sfruttare in modo adeguato il patrimonio boschivo del Friuli Venezia Giulia. Il prelievo di legno deve corrispondere all’esigenza e allo sviluppo dei vari settori della filiera, anche con l’obiettivo di creare nuovi sbocchi occupazionali sul territorio. Ho quindi presentato un'interrogazione per chiedere che il prelievo di legno dal patrimonio boschivo avvenga con metodi rispettosi dell’ambiente e sia funzionale alla manutenzione del territorio. Solo in questo modo possiamo prevenire il rischio idrogeologico. Da anni l’abbandono della montagna determina, infatti, gravi conseguenze quali lo spopolamento, la disoccupazione e, appunto, i dissesti idrogeologici.
Siamo in presenza, inoltre, di un evidente contraddizione: la diminuzione sempre più incisiva della quota di prelievo di legno si è verificata a fronte di un aumento costante delle superfici boschive. Rispetto a un fabbisogno di circa 3 milioni di cubi richiesti dai vari settori della filiera, in regione ne vengono prelevati appena 150/160 mila. Ad aggravare il quadro c’è poi la sempre maggiore concorrenza nel settore da parte dell’Austria, che, oltre a prelevare legno dai boschi del Friuli, tenta di acquisire grandi superfici private, causando anche seri danni ambientali. I metodi di esbosco austriaci sono, infatti, meno rispettosi di quelli locali, poiché non caratterizzati da una ricerca scrupolosa delle piante da tagliare ma da operazioni a raso».

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