martedì 6 maggio 2014

Calcio-Coppa Italia: Ma di cosa ci meravigliamo?


«Da giorni non si fa altro che parlare degli episodi accaduti in occasione della Coppa Italia. Il grande protagonista è diventato un tale capo ultras che ha pensato bene di entrare allo stadio indossando una maglietta con la scritta “Speziale libero”, inneggiante un tifoso condannato per la morte di un ispettore di polizia. Non si parla invece di come tutelare i tifosi onesti che vanno allo stadio per passione sportiva e non vengono adottati seri provvedimenti per contrastare le frodi che di frequente vedono coinvolte le società militanti nella lega calcio con i soggetti ad esse collegati, ossia calciatori, tesserati e dirigenti.
Nel mese di gennaio ho presentato una specifica interrogazione chiedendo al Ministro della giustizia controlli ed interventi per l'adozione da parte delle società sportive del modello organizzativo di prevenzione dei reati come per legge, proprio in considerazione della molteplicità di illeciti in cui sono state implicate le società calcistiche tra dirigenti e giocatori. Ma, ad oggi, il Ministro non ha dato alcun seguito alle mie richieste, che a breve ripresenterò. Questo è un Paese dove purtroppo l’illegalità non è eccezione ma consuetudine. Fa da esempio un noto condannato in terzo grado che, dopo poche ore di servizi sociali, stringe accordi per modificare la nostra Costituzione e si organizza agevolmente la campagna elettorale. Quindi, rispetto agli ultimi vergognosi avvenimenti di Coppa Italia, di cosa ci meravigliamo?Si fa diventare protagonista delle testate giornalistiche un deliquente ultras che pare abbia autorizzato l’inizio della partita, senza riflettere sul fatto che tutto il mondo del calcio e la nostra stessa società sono governati dagli illeciti. Ma tanto a breve iniziano i Mondiali e da “buoni” italiani dimenticheremo di nuovo tutto perché troppo impegnati a fare il tifo».

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